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martedì 29 gennaio 2008

il cimento di Voltri

27 gennaio... VOLTRI...92 matti ... una bambina di 5 anni... un nonno di 77 anni...
un assegno da 1000 € al Gaslini...
e a noi della Lumacata tutto questo piace molto...







foto di Renato

martedì 22 gennaio 2008

fiocco celeste in casa ARCI Fabbriche

...eh si, è proprio così, oggi mi dicono che è nato un nuovo blog, creato dalla fantasia dei nostri "nuovi" (in termine di associazionismo) amici pescatori sportivi che vi ho presentanto sabato 19 gennaio scorso (se andate indietro con gli articoli troverete senz'altro il pezzo) e quindi... dicevo ecco un nuovo indirizzo, un nuovo blog, tutto da gustare sia per gli appassionati di pesca e sia per gli... appassionati di internet: buona navigazione



domenica 20 gennaio 2008

ci avviciniamo... ma sappiamo proprio tutto sulla lumaca?

SI CHIAMA LUMACA, MA IN REALTA’ E’ UNA CHIOCCIOLA

Lumaca o chiocciola: quale dei due nomi è corretto? I molluschi gasteropodi dotati di conchiglia, di cui fanno parte le specie edibili, devono essere chiamati “chiocciole”, anche se comunemente ed abitualmente viene loro attribuita la denominazione “lumache”, che deve essere invece riservata a specie prive di guscio, viscide e non commestibili.
La lumaca è un mollusco molto particolare, a partire dallo sviluppo della sua conchiglia che funziona con il suo ciclo vitale. E’ un animale ermafrodita., quando è ancora piccolissima conta un giro e mezzo di spirale che poi crescendo, in due anni, arriva a quattro circonvoluzioni di spirale che gira a destra. In alcuni rari casi si possono trovare anche delle lumache con la spirale sinistrogira e la tradizione popolare vuole che porti fortuna a chi riesce a trovarla (visto cosa fa la sinistra… porta fortuna!!! N.d.r). Le sue corna retrattili si allungano o si retraggono alternativamente . In inverno si richiude nel guscio emettendo una bava che si indurisce a contatto con il freddo esterno, il cuore si ferma se le temperature sono gelide.Il letargo della lumaca ricorda il tema della morte e della resurrezione; i suoi gusci sono stati trovati nei sepolcri e nelle catacombe, uso scomparso dopo il primo millennio. In una necropoli pagana è stata trovata una tomba con trecento gusci che circondavano lo scheletro del defunto.Altre analogie esistono tra la lumaca e la luna, questa ultima appare e sparisce come le corna del mollusco, la spirale è legata alle fasi lunari e secondo la mitologia azteca il dio Tecciztecatl -”dio della vecchia luna” -è racchiuso in una spirale di lumaca a rappresentare la luna stessa.Al contrario della linea retta che rappresenta una via, la spirale, in una particolarità più simbolistica, rappresenta un cammino più lungo, labirintico o spiralico che viene messo in atto nelle processioni, nelle danze e nei riti sacri.Le chiocciole rientravano nella dieta dei nostri antenati: fin dai tempi della pietra venivano raccolte e mangiate, come testimonia il ritrovamento di ammassi di gusci in caverne preistoriche. Da allora non si è mai smesso di mangiar lumache, nonostante le alterne vicende di questo genere gastronomico. Prelibate per i Greci, i quali per mangiarle inventarono un’apposita posata, le chiocciole erano assai apprezzate anche dai Romani, che le allevavano alimentandole con foglie di lauro, vino e crusca bolliti insieme. Molte delle tecniche di allevamento antiche sono in uso tutt’oggi. Sin dalle origini la lumaca fu considerata animale “terapeutico”: grazie alla sua scarsità in grassi e ai contenuti mucillaginosi, veniva talvolta somministrata dai dottori dell’epoca anche viva, per aumentarne gli effetti medicamentosi. Nell’arco della storia, pur essendo animali del tutto terrestri, vennero rivalutate come “carne di magro” per il periodo quaresimale. Oggi sono divenute pietanze prelibate, nonostante il paradosso, a cui peraltro la storia ci ha abituato.
Le due città italiane storicamente ed economicamente legate alla realtà della chiocciola si trovano nella provincia di Cuneo. A Cherasco, capitale dell’elicicoltura italiana, hanno sede l’Istituto internazionale di elicicoltura e l’Associazione nazionale degli allevatori di lumache.
Qui, oltre ad acquistare lumache vive, è possibile gustare la Helix pomatia cheraschensis in prelibate pietanze offerte dai ristoranti, dove ovviamente vengono servite in abbinamento a vini piemontesi. Il ruolo di capitale gastronomica della lumaca spetta tuttavia a Borgo San Dalmazzo.
Ivi la celebre “Fiera fredda”, con il Mercato nazionale della lumaca, fu istituita nel 1569.
Emanuele Filiberto di Savoia, colpito dalla prelibatezza delle lumache del luogo, autorizzò la fiera e la rese “franca”. Da allora, ogni dicembre, migliaia di visitatori, di esperti e di degustatori frequentano la cittadina per esaminare ed acquistare partite di animali.
La più conosciuta ed apprezzata chiocciola del Piemonte è la grande Helix pomatia, in particolare nella sua varietà alpina detta anche detta anche ignaiola bianca (in Francia gros blanc o escargot de Bourgogne). È tipica dell’Italia settentrionale e le sue carni risultano le migliori, le più delicate. Nella fascia mediterranea è molto popolare la piccola Helix aspersa o vignaiola zigrinata o maruzza (in Francia chiamata petit gris). Questa chiocciola ha carni tenere e di facile cottura e rappresenta oggi oltre il 70% del patrimonio elicicolo italiano. Molto diffusa è anche l’Helix lucorum o lumaca dei boschi. È una chiocciola molto rustica che si adatta bene a terreni vari e può essere allevata in tutte le regioni d’Italia. Ha carne piuttosto scura (questo giustifica il nome di Vignaiola scura) e leggermente più fibrosa delle altre, ed è la più grande fra le chiocciole Helix. Altre chiocciole hanno un mercato circoscritto al Sud e alle Isole.
Soltanto un numero esiguo di consumatori italiani ama portare in tavola le chiocciole, indipendentemente dal ceto sociale di appartenenza. Tuttavia, l’elicicoltura ha conosciuto negli ultimi 25 anni sviluppi che hanno evidenziato la fattibilità e l’economicità di un loro allevamento. Oggi l’allevamento della chiocciola da gastronomia è diventato una realtà agricola, riconosciuta da enti pubblici ed istituzionali. In Italia si contano 5500 aziende elicicole professionali. Da un punto di vista economico, il mercato della lumaca è andato via via crescendo in termini di consumo, di produzione e di importazioni, a dimostrazione del fatto che la domanda è in espansione, quindi le prospettive del settore continuano ad essere favorevoli. Il “trend della chiocciola” nostrana è accelerato, come dimostrano i dati: in Italia gli allevamenti elicicoli, che nel 1980 coprivano solo 5 milioni di metri quadrati, nel 1990 raggiungevano i 40 milioni e nel 1995 i metri quadrati investiti erano quasi 65 milioni. Anche il consumo è costantemente cresciuto: si è passati dai 67 mila quintali del 1990 ai 130 mila quintali del 1997, per arrivare ai 165 mila quintali del 1998. Nel contempo la quota di chiocciole prodotte negli allevamenti nazionali e la quota importata sono salite rispettivamente da 18 mila quintali a 68 mila quintali e da 49 mila quintali a 97 mila quintali. Le cifre sottolineano l’insufficienza delle produzioni nazionali per il fabbisogno. Infatti nel 1998 la produzione interna è riuscita a coprire meno della metà delle richieste, spingendo la domanda a rivolgersi ai Paesi dell’est europeo per coprire la differenza. Il consumo totale di chiocciole da gastronomia sul territorio nazionale è così suddiviso: 70% prodotto fresco, 26% prodotto surgelato e, per la quota rimanente, piatti pre-cucinati di carattere industriale, che mettono a disposizione del consumatore il prodotto già pronto per l’uso. Grazie all’incremento dei consumi, l’Italia occupa oggi il secondo posto tra i Paesi europei consumatori di chiocciole, davanti alla Germania (solo pochi anni fa le due posizioni erano invertite) e preceduta solo dal colosso Francia, dove gli appassionati ne divorano ogni anno più o meno 2 milioni di quintali. Proprio con il 1999 ha visto la luce un progetto, patrocinato dai vari enti ed istituzioni preposti allo sviluppo dell’elicicoltura italiana, che rappresenta il primo esperimento di valorizzazione di un alimento ancora di nicchia, ma con buone possibilità di mercato, nell’intento di dare alla chiocciola una nuova immagine e di farla apprezzare in cucina più di quanto non avvenga oggi.
Chiunque sia alla ricerca di un buon piatto a base di chiocciole, non avrà difficoltà a trovarlo, ovunque si trovi in Italia: non c’è regione che non annoveri le lumache tra i suoi piatti tipici. In Lombardia spiccano le minestre di lumache, le lumache alla pavese (dove la lumaca è cotta con le rane). In Veneto, a Venezia, troviamo i bovoli al tegame, che durante la cottura si bagnano con vino rosso, unendo poi pomodoro, aglio e cipolla. In Liguria la chiocciole si cucinano allo zimino, con funghi pinoli ed aglio. In Piemonte si possono mangiare al Dolcetto o al Barbera.
In Emilia Romagna si consumano alla moda di Bobbio (Piacenza), sgusciate, soffritte e poi cotte con polpa di pomodoro (piatto tradizionalmente consumato in occasione della vigilia di Natale). In Friuli vengono preparate alla cais. In Toscana, più precisamente in Maremma, si mangiano cucinate con tutti i sapori dell’orto. Sulle tavole marchigiane, incontriamo le piccanti cucciole. Se ci si trova in Lazio per la festa di San Giovanni, non bisogna mancare di assaggiare le romane grigette di vigna: sono un piatto tradizionale dell’omonimo quartiere. In Ciociaria sono dette ciamotte le lumache cucinate con erbe aromatiche, vino e pomodoro



Nel salernitano ci sono le murazze, lessate e poi passate in salsa piccante. In Puglia sono ottime le monacelle alla leccese. In Calabria la tradizione popolare abbina alle lumache i perciatelli (o bucatini). In alcuni centri della Basilicata come Sant’Arcangelo, Albano di Lucania e Irsina la lumaca è un mollusco molto ricercato. Raccolta da grandi estimatori arricchisce i piatti in tavola della cucina lucana. Di particolare e piacevole sapore, presente nella gastronomia “paesana” da secoli, la lumaca viene insaporita con spezie locali e ricette antiche diventando un piatto di grande gastronomia. Molte persone dopo una bella pioggia si riversano, con il paniere in mano, negli orti e nei campi alla ricerca delle “vavalisce” “parrucche”, “monaciedd”, “marrozze”- questi alcuni nomi dialettali delle lumache - dopo averle raccolte e fatte spurgare cucinano, quasi sempre, a zuppa accompagnate con belle fette di pane casereccio arrostito.La scrittrice napoletana Matilde Serao ricorda che mangiare la “ maruzzella” il giovedì santo era una sana tradizione e che i ‘maruzzari’ ambulanti di un tempo riempivano i vicoli di urla che invitavano a comprare le lumache -“accattativ’ e ‘ maruzze d’à festa cà sò meglio d’è cunfiette” - compratevi le lumache che sono meglio dei confetti -Non sappiamo se era un invito a non sposarsi -i confetti - così da evitare di portarsi dietro il peso della casa e rischiare di uscire fuori con le corna.Infine in Sardegna si passa dalle monzette cotte al forno ai lumaconi lessati e poi passati in tegame.
E’ opinione comune che la lumaca sia un cibo “pesante”, poco digeribile; in realtà, tale convinzione è alquanto discutibile. Secondo i dietologi la carne della chiocciola ha un apprezzabile valore alimentare ed è in linea con le esigenze nutrizionali dell’uomo. Essa è ricca di proteine (14%, all’incirca quanto l’uovo), fornisce una quantità modesta ma significativa di vitamina C e
sali minerali (buona quantità di calcio, magnesio e fosforo), è povera in grassi (lo 0,8%, meno delle sogliole) e in carboidrati (1,7%, un contenuto irrilevante agli effetti pratici), di conseguenza produce una quantità di calorie relativamente bassa: una dozzina di lumache, pari a 100 grammi, sviluppano solo 80 calorie. Le chiocciole presentano inoltre una buona percentuale di grassi polinsaturi, facilmente digeribili e nemici del colesterolo. Le difficoltà digestive devono essere ricondotte più ai condimenti che le accompagnano; se cucinate semplicemente, senza salse o sughi troppo ricchi di grassi, le chiocciole sono cibo digeribilissimo, adatto a tutti… gli stomaci.
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"scritti, cenni storici, informazioni sono state estrapolate su ricerche effettuate da Federico Valicenti e Silvia Pezzuto"

LUMACHE IN DIALETTO

Abruzzo: ciammaiche, ciammajich, ciammariuc
Basilicata: ciammarouk, marruc’l, marruca, vavalek, vavalieci
Calabria: bucataci, limbò, papatornu, vavalaci, varmaturu
Campania: babbaluscia/babbiluscia, maruzza, caracò
Friuli Venezia Giulia: cagoja, cai, lacai
Lazio: ciammaruca, ciammarùca spegliuòta, ciammaruga
Liguria: lumàssa
Lombardia: lumoeuga, lumaga
Marche: cucciola
Piemonte: lumassa, limassa
Puglia: cazzavullo, ciammaruquella-tabboscia
Sardegna: cocorra tabaccorra
Sicilia: mammaluccu
Umbria: lumeca
Veneto: corgnolo, limega, slacan, slacagn
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"tratto dal Dizionario dei dialetti italiani http://www.dialettando.com/"
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A questo elenco mi mancano le traduzioni delle Regioni Emilia Romagna, Molise, Toscana, Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta... non sono riuscito a trovarle... quindi chiedo l'aiuto di chi segue il blog e mi sa dire, nei dialetti delle regioni mancanti, come si dice "lumaca". Aggiornerò l'elenco ogni volta che mi arriverà il vostro aiuto. Michele.

sabato 19 gennaio 2008

UN GRADITO RITORNO NELL'ARCI FABBRICHE

E' con immenso piacere che voglio parlare di un ritorno importante ai fini di aggregazione e dello sport nell'ARCI Fabbriche: si è ricostituito il Gruppo di Pesca Sportiva.
Il giorno 15 01 2008 nei locali del Circolo ARCI di via delle Fabbriche si è riunito il vecchio consiglio direttivo della SPS GARISTI VALCERUSA ormai inattiva dal 2000 ... dopo un' ora di riunione è stata formata la nuova società denominata SPS GARISTI VALCERUSA ARCI FABBRICHE rinata con l'intento di raggruppare tutti i pescatori della Valcerusa cercando di riportare i giovani a praticare questo bellissimo sport.... la società si pone come obiettivi :
- il ripopolamento dei vari corsi d'acqua della Valcerusa con novellame e materiale adulto
- lo svolgimento di raduni di pesca nel bellissimo campo gara che ci viene invidiato da moltissime società ( con tratto di torrente riservato agli under 14 ) .
La quota d'iscrizione è di 10 euro gli adulti e 5 euro gli under 14 + il tesserino assicurativo
dell' Arci di 10 euro.
Il nuovo Consiglio Direttivo è cosi composto :
Presidente il sig. Brocero Gianfranco
Vice Presidente il sig. Parodi Claudio
Economo cassiere il sig. Parodi Paolo
Segretario il sig. Claretti Paolo
Le iscrizioni sono aperte vi aspettiamo numerosi !!!!!!!! per info telefonare a Gian 3403963850 Claudio 3407138745 Paolo 3492852007 o tramite e-mail a pdvalcerus@alice.it

Che dire... da parte dell'ARCI Fabbriche a tutti un bentornati, un augurio di buon lavoro e soprattutto buon divertimento!!!

martedì 15 gennaio 2008

un pò di pubblicità non guasta

Mischiamo un pò di Sacro e Profano (dove per Sacro mettiamo di sicuro la LUMACATA!!).
E' tutt'ora in atto il Tesseramento per l'anno 2008 all'ARCI Fabbriche.
Chi vuole può rivolgersi ai Soci presenti nel bar con i propri dati anagrafici e richiedere la tessera che, lo voglio ricordare, oltre al diritto di frequentare il bar stesso e la possibilità di organizzare cene e mangiate permette anche di avere sconti al cinema, sconti per assicurazioni Unipol, convenzioni con agriturismi bio-ecologici, sconti a mostre, musei e siti archeologici, sconti su abbonamenti a riviste.
Quindi chi vuole può diventare Socio ARCI Fabbriche che ricordo non è un movimento politico ma una Associazione Ricreativa Culturale Italiana e opera su tutto il territorio nazionale.
Per saperne di più: http://www.arcigenova.it/ - http://www.arciliguria.it/ - http://www.arci.it/

martedì 1 gennaio 2008

siamo nell'anno giusto!!!

Eccoci qui!!! siamo nel 2008... il timer, inesorabile segna quanto ci vuole tra ora e la LUMACATA. Nel rinnovare a tutti quanti i migliori auguri un grazie va a tutte quelle persone che seguono il blog (mi arrivano e-mail di incoraggiamento!!). Grazie a chi legge e grazie a chi scrive: I commenti fioccano numerosi su alcuni argomenti che hanno suscitato una discussione da forum!!! Bene, lo scopo del blog è anche questo: conoscere, sviluppare opinioni di tutti senza censure o veti.
Mi fa piacere constatare che se digitiamo lumacata fabbriche sul motore di ricerca di Google appare il link che ci permette di entrare nel blog (così possiamo anche dimenticarci l'indirizzo per intero che sinceramente è un po complicato) e questo grazie anche ai molti contatti che ci sono stati (mi hanno voluto dire che grazie a questo interesse automaticamente siamo stati inseriti nel motore di ricerca).
Quindi per concludere: continuiamo a commentare i vari articoli del blog, continuamo a contattare il blog, pubblicizziamo ad amici e conoscenti le nostre pagine e occhio al timer la 50^ si stà avvicinando.