tradurre il blog

mercoledì 29 ottobre 2008

CIRCOLI ARCI IN FESTA

C'è una bella iniziativa promossa dall'ARCI Genova chiamata

POP '08 CIRCOLI ARCI IN FESTA

logo pop dove si possono trovare moltissime proposte di intrattenimento ludico, culinario , danzante, per i bambini, mostre varie e cinema.

Anche il Circolo ARCI Fabbriche è inserito nel programma con una iniziativa che si svolgerà Giovedì 6 novembre alle ore 20,00 con una cena sociale con piatti della tradizione ligure. Per informazioni e prenotazioni 010639165 - 0106196994.

Il programma completo lo potrete leggere collegandovi al sito www.arcipop.org.

lunedì 27 ottobre 2008

Feste in Valcerusa

Nel continuare la ricerca della nostra storia oggi passiamo attraverso le feste che, anche indietro con gli anni, si svolgevano nella nostra Valle. Abbiamo già visto quanti bar, osterie, (anzi il bar vero e proprio è nato molto tempo dopo) ci sono stati a partire dall'inizio di Via delle fabbriche fino a Fiorino e tutti in varie occasioni approfittavano di una festa patronale o una ricorrenza per attirare gli abitanti e i "foresti" a fermarsi dalle nostre parti.

Alcune di queste feste le ricordo anch'io (vedi l'ANPI a Luceto, le feste della Croce Rossa, le "settembrate" a Centurione.

Qui, Lino, fa un viaggio nel ricordo... a tutti buona lettura!!

Le ‘piccole aggregazioni estemporanee’ nel tempo hanno caratterizzato la vallata,esse ruotavano per lo più attorno alle chiese ed al “partito”.

Possiamo dividerle in due tranche:

1) Prima parte,molte piccole e medie feste.

2) Seconda parte,una cinquina di ‘grandi feste’.

Di quest’ultima è superfluo parlarne,le viviamo e le conosciamo bene.

Vediamo invece le prime.

A Chiale esse hanno seguito un fil rouge particolare: Madonna della salute\primo maggio\San Lorenzo\ferragosto.

Nelle due ‘di chiesa’ tutte ingessate nella solennità si può ricordare un ambulante col suo ‘banchetto’ con torrone ed altre leccornie,invece “u Strup
veduta    aerea   dei
ellu” portava una carapina di gelato,roba rara a quei tempi! Invece la locale cellula del Pci organizzava almeno quattro feste:due nella sede (Luciou) e due ai Ravin.

Nel primo ‘incontro di massa’ all’inaugurazione della sede presenziò il mitico Tarello,sindaco della

resistenza. Si ballava a pagamento con questo sistema:

al centro della pista da ballo vi era un palo con una corda t
da u Luciou oggi
esata ad altezza d’uomo che veniva fatta ruotare in senso orario (cioè verso i ballerini),un esattore ogni tre balli esigeva una fiche preventivamente acquistata dai ballerini che ,tapini,pagavano solo loro sperando in un compenso in natura alla fine della serata. Invece ai Ravin si pagava con un’offerta,vi domanderete perché di questa discrepanza; presto detto:colà la pista era rettangolare e mancava il palo centrale,l’unica cosa che accomunava le due esibizioni erano i suonatori,Culin di Girumin alla fisarmonica,Tugnin da Caserma alla chitarra e voce,nella penombra della memoria ricordo un contrabbassista di Crevari.

A quei tempi mancava la strada carrozzabile e pertanto tutto l’occorrente si portava a spalle anche ai Ravin,(n.d.r. spalle di Culin,Antonio e Lino ) quando c’era il mulo era una sciccheria! Il materiale occorrente per la lotteria si comprava alla Standa di Genova dove una compiacente caposervizio ci dava delle ‘dritte’ e ci faceva trovare il tutto alla porta ,col conto. Altro stand il tiro a segno con premi interessanti:galli,conigli e medaglia d,oro che all’epoca costava più della sterlina.

L’estensore di questo ‘pezzo’ ne ha vinto tredici e animali vari. Vanitoso!

Fuochi d’artificio ai Ravin rigorosamente pagati dagli astanti. Cito ,per tutti,un solo artefice di queste feste:Loensu dé Costavin.

Passiamo a Centurione. Colà è ruotato tutto su due giochi da bocce. Sul primo locato su un terrapieno di riporto nel torrente davanti al salone
lo spazio della festa a Centurione
dove adesso ha il magazzino Piccardo li si ballava e sul gioco passueta e lotteria. Tutto andò a mare con una piena, anni dopo più in su si costruì un altro gioco questa volta nel greto del torrente (esperienza insegna)dove

assieme alle iniziative bocciofile si sono svolte delle festicciole di un pomeriggio/sera. Fritelle ,lotteria,passueta (vinsi un quattro ducati contro dei mostri sacri di tale gioco :Calè,Caiè egli altri).

Pero grosso . festicciole sulla piazzetta in mezzo alle case,fra le altre cose proiezione di filmini con proiettore super 8;passueta sul gioco a piano strada. Proiezione del filmino la sera successiva da ‘ u Rusca’.

Luceto merita più attenzione. Da li è nata la “lumacata” nel 1959 poi spo
qui è nata la LUMACATA: Luceto
stata a Fabbriche. Nei locali Anpi si ballava,tiro a segno con durata di più settimane (ho vinto un premio settimanale consistente di due bottiglie di amaretto).

Fabbriche. Gli ‘Sconvoltri’ usano dire: la lumacata è la lumacata! E fanno casino.

I ‘padrini’ della festa inaugurale sono stati Luigi Longo,segretario nazionale del Pci e Berellini il partigiano–attore interprete assieme alla Lollobrigida di un film-cult.Permettetemi di ricordare un mio amico,Giò Dagnino,il quale ha fatto l’aiuto regista in quel film in qualità di esperto di fatti e luoghi.

Canellona. Un paio d’anni ci siamo inerpicati fin lassù per ‘far festa’. E’ stata una bella esperienza. Da “Catienin”si mangiava divinamente.

Fiorino. Per anni un gruppo di volenterosi hanno portato avanti il polentone,festa veramente interessante ed appetitosa.

Ciò che ha accomunato tutto ciò è la voglia di stare insieme. Chi ‘serve’ da una parte te lo ritrovi dall’altra come partecipante e viceversa.

E poi ci sono “Loro”. Quelli che lavorano sempre ed in tutte le occasioni.

Lino

sabato 25 ottobre 2008

vediamo dove siamo

Una bellissima immagine aerea della sede della LUMACATA a Fabbriche, gli alberi in centro nascondono la "piazza spettacoli", dove c'è una bella pista da ballo e un palco.  Dove c'è l'altro alberello al livello inferiore c'è la pizzeria che nelle serate della Festa viene presa d'assalto dai numerosi ospiti che ci vengono a trovare. Dalla strada sottostante (Via delle Fabbriche) ogni anno, il primo giorno della Festa, parte la Marcia podistica non competitiva Trofeo O.Moretti. Che dire, per chi è un abituè tutto questo è risaputo, per chi non ci conosce anche questa è una occasione in più per capire dove siamo. Naturalmente l'augurio che ci facciamo è quello di potervi incontrare alla LUMACATA

Immagine mappa

giovedì 23 ottobre 2008

a proposito di treni...

...ricordate, nel post qui sotto si parla di passaggio a livello all'inizio di Via delle Fabbriche. Purtroppo non ho ancora foto che ci riportano a quel tempo. In compenso, navigando in Internet, ho trovato un bellissimo sito riguardante la Storia delle Ferrovie (vi invito a farci un salto www.miol.it/stagniweb/index.htm ) dove ho trovato delle bellissime foto storiche del treno che passa dal mulino di Crevari costeggiando la deserta Via Aurelia e dello stesso treno che parte da Voltri direzione Genova.

Ringrazio il signor Giorgio Stagni che mi ha autorizzato alla pubblicazione delle immagini tratte dal suo sito, nel contempo lo invito a collegarsi ogni tanto con questo blog anche perchè mi ha detto che conosce i posti della Valcerusa in quanto nel '77 veniva al Santuario di S.Nicolò e sulla Via dei Giovi a raccogliere more, una occasione per conoscere la Valcerusa e, perchè nò venire alla LUMACATA (dice che mai avrebbe pensato ad una sagra della lumaca).

54creva_

passaggio del treno a fianco dell'Aurelia

54voltr_

il treno in partenza da Voltri - 1954

martedì 21 ottobre 2008

DEL PASSAGGIO A LIVELLO ,DELLA TOPONOMASTICA E DELLE LAPIDI

Ed eccoci ad un'altra puntata della Storia della Valcerusa. Sto spremendo Lino, ed è per questo che lo ringrazio. Dalla sua memoria storica (anche se poi non è mica Matusalemme!) nascono queste pagine di puri ricordi che sono molto seguiti dai "blogghisti". Naturalmente immagino che non tutti i nonni abbiano dimestichezza con l'attrezzo informatico e mi piacerebbe che fossero i nipoti, i giovani, a leggere questi nomi, questi luoghi, certi soprannomi alle persone più anziane. Sono sicuro che per pochi minuti i ricordi verranno alla mente e aggiungeranno altre informazioni a quello che stanno sentendo. Per questo se c'è qualche inesattezza, qualche dimenticanza scrivetemelo (l'indirizzo lo sapete) avrò cura di pubblicare il tutto... a proposito... se ci fossero anche delle foto di quei periodi, l'autore e il cronista farebbero salti di gioia.

Buona lettura...

Premessa. Il mio cervello ha in comune con il computer una cosa: la memoria ‘volatile’,l’unica differenza che la mia è veramente volatile. A proposito: nel documento “delle osterie etc” pubblicato più in basso al posto di Montegazza leggasi Mantegazza, dopo la cartiera Pescetto aggiungere Calcagno, a Centurione aggiungere il bazar ‘Detta’ e ‘Teresa a petenea’, ai Girumin aggiungere il falegname Scien, a Fiorino c’era anche un forno.

PASSAGGIO A LIVELLO. Nel tempo tutto si trasforma ed ha spesso significati differenti a seconda di chi li usa. Per me il ‘PC ‘è il partito comunista, la ‘compagna’ è una donna iscritta ad un partito di sinistra, il ‘cellulare’ è quell’automezzo dove cercavi di non salirci in caso di scioperi,il tempo di percorrenza in via Fabbriche va dalla prima all’ultima imprecazione quando gli autosnodati bloccano la strada, in mezzo ci stanno i pensieri osceni su cosa faresti a chi permette ciò. Prima del 1970 invece il tempo era scandito dalle fermate al passaggio a livello, e quando arrivava il treno da Arenzano si potevano leggere sul locomotore sei numeri,tre più tre ,questi sono il cognome ed il nome. I primi tre ,sino all’avvento della ‘tartaruga’,stavano a significare i carrelli del locomotore,gli assi ed i motori; i tre successivi il nome (nota: i numeri 005 vengono dati ai locomotori dove si fanno gli esperimenti e/o aggiornamenti) . Le reazioni ai due differenti tempi di percorrenza sono abissali,nel secondo la memoria volava ed il fegato,se non si andava a bere da mio zio Aldovino (Cimbù),rimaneva integro. Veniamo al cavalcavia. Ha avuto una storia travagliata; chi lo ha progettato conosceva poco i piani inclinati e le relative aderenze,focavalcaviarse aveva solo quelle politiche,fatto sta che vi erano delle difficoltà a percorrerlo. (una volta i progettisti che sbagliavano toglievano il disturbo!) Dopo anni di proteste ed inconvenienti venne presa la decisione di rifarlo con inclinazione più accettabile (e via il ‘casottu’).

LA TOPONOMASTICA. Mettiamo in chiaro le radici di qualche via della vallata:

-via dei Giovi. Antica pista dei Liguri su cui ‘passava’ il sale dalla Corsica al basso Piemonte,il termine ‘salario’ deriva dal compenso dato ai lavoratori e valeva come moneta di scambio. Dal 1823 strada provinciale,vi è passato Napoleone terzo.

-via alla Brigna. Fatta costruire dai padroni delle ferriere su un tracciato preesistente. Segnalata in zona attorno al 1600 una ferriera in piano della Brignora.

-via Chiale. Citata già dal 1200 con vari nomi: Ciale,Chià,Claro.Segnalata miniera di ferro. All’inizio di questa via il località ‘ferréa’ durante l’ultima guerra vi era di stanza un guarnigione di tedeschi e nella collina circostante un camminamento scavato nella terra con posti adatti alle vedette e come incrocio fra i soldati. La strada pedonale che portava ai ‘Ravin’ era comunale ma i politici attorno al 1955 hanno pensato bene di ‘tagliarla’ a 100 metri dal civico 10. Con buona pace dei residenti contenti della mancata manutenzione.

-via Costa d’Erca. Antico strada di collegamento fra via dei Giovi e Luceto.

-via Costa del vento. I Vento erano un’antico casato voltrese.

-via Brusinetti. DPA190841a Brusii,analogie con Bruzzone.

-via Moretti e via Zaghi intitolati ai due militari-partigiani uccisi dai nazifascisti.

-via Soggi. Dal bric Sagi.

-via Fiorino. Da Sciorino,lavori per carrabile dal 1910 al 1919 in parte da prigionieri.

-via Gazzino. Traduttore e scrittore voltrese.

-via Cardina. Nel 1580 N.Ansaldo aveva in località ‘figu meigru’ una cartiera. Nel medio evo tracce di una miniera di ferro.

-via Canellona. Da canalone,dal 1300 alla confluenza con via Giovi vi sono notizie di un avamposto con militari di stanza.

-via Malenchini. Era un combattente delle guerre d’indipendenza.

-via Tartari. Antica famiglia,tale B.Tartari fu badessa in quel di Vesima.

-via alla chiesa di Chiale. Questa ha una storia particolare. A parte le citazioni nel ‘pezzo’ delle osterie etc,giovi ricordare che per questa strada si sono scontrate due idee differenti: il progetto iniziale partiva da Centurione e veniva su a mezza costa con una pendenza buona e vista panoramica,l’altra,la vincente ha tenuto conto di interressi privati. E quando entrano questi!

-ed infine la regina: via delle Fabbriche. La carraia ,che sino al 1873 arrivava sino a Luceto, arriva a Fabbriche e indi a Fiorino (vedi). Tosto collegata ,dal 1895, con Voltri con un ‘tranvaiettu’;all’inizio a Sx lanificio che forniva berretti per i mille.In successione i posti più importanti:FIADU’ (vedi)DEFISIU (filanda del diavolo),TRAFILLA (tra le altre cose manichette antincendio), FERRIERE (antico inizio di via Chiale),CENTURIONE (dal nome di famiglia importante) PEROGROSSO e RUSCA (cartiere Bunerda), BADANA il toponimo la dice lunga dove arrivava il mare in tempi remoti , LUCETO (cava di marmo verde) ERXI (cartiera), ometto tutti gli altri siti per non tediarvi. Intenzionalmente non ho citato una caterva di padroni del vapore perché il lavoro lo hanno fatto sempre gli operai e,si sa,di comandare non è mai morto nessuno.

LE LAPIDI. Bello sarebbe che un Popolo non avesse bisogno di questi ricordi. Però ! A Perogrosso troviamo il ricordo di Gerolamo Pastorino ,PA190838un partigiano nato colà e ucciso dai nazifascisti. A Fabbriche, in Rivo Pila una targa ricorda Bussi Domenico e Siri Stefano uccisi dalla polizia in seguito ai tumulti susseguiti alla chiusura della Manifattura Voltri e Serravalle . (dal 10 al 23 gennaio del 1898). A lato della chiesa di Fabbriche troviamo una lapide in ricordo di operai uccisi a Modena il 9gen1950 dalla ‘celere’ mentre scioperavano, al di la del tributo in se,giovi ricordare che a Chiale subito dopo l’assassinio fu dato il nome ad una cellula del Pci con il nome “Martiri di Modena”. A SambPA190836ugo vi è una lapide per ricordare i citati soldati-partigiani bruciati in un fienile ad opera dei nazifascisti. Speriamo la Storia non si ripeti!

Questo è un mio ricordo in parte vissuto ed in parte letto da qualche parte; mi è impossibile citare le fonti delle mie notizie perché non le ricordo. Troppe primavere!

Nicolas

sabato 18 ottobre 2008

PERU'

e allora......
eccole qui, sono arrivate e molto volentieri le pubblico, così ci coinvolgono nel loro viaggio...
ricordate? i promessi sposi che questo sito ha fatto conoscere a tutti gli affezionati della LUMACATA?, ma certo: Jessica e Floris.
Sono stati di parola, gli avevo chiesto un ricordo del loro viaggio di nozze e loro mi hanno inviato delle bellissime foto che voglio condividere con tutti i navigatori.
Ho dovuto dividere in blocchi tutto il materiale perchè mi diventava difficile la gestione del post e quindi sarà come percorrere un viaggio a puntate ma sarà sicuramente bello lo stesso.
Ci sono delle foto con delle didascalie chi vuole leggerle non dovrà fare altro che cliccare sulla foto e questa si aprirà a schermo pieno, per ritornare al blog fare attenzione di cliccare sulla freccia verso sinistra sullo schermo in alto a sinistra appunto.

Buon viaggio....


Il Perù (in spagnolo: Perú, in quechua: Piruw, in aimara: Piruw) è una nazione (1.285.220 km², 27.949.630 abitanti, capitale Lima) dell' America meridionale.
È una Repubblica presidenziale, l'attuale capo di Stato è Alan Garcia.
Confina a nord con Ecuador e Colombia, a est co
n Brasile e Bolivia, a sud
con Cile, a ovest con l'Oceano Pacifico.
La lingua ufficiale è lo spagnolo. Il quechua e l'aymara,
lingue indigene parlate prevalentemente nella regione andina,
sono riconosciute localmente come ufficiali
dove il loro utilizzo è effettivamente prevalente.
In Perù vige il sistema metrico decimale; unica eccezione la benzina, che viene venduta a galloni.
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 

continua...

il MACHU PICCHU

prendiamo il treno e... via per un viaggio nella storia...


Il Machu Picchu è un sito archeologico inca situato in Perù, nella valle dell'Urubamba, a circa 2.430 m.s.l.m.. Il nome, deriva dai termini quechua, machu (vecchio) e pikchu (cima o montagna).
Fa parte dei Patrimoni dell’umanità stilati dall'UNESCO. Nel 2003, più di 400mila persone hanno visitato le rovine e l'UNESCO ha espresso preoccupazione per i danni ambientali che un tale volume di turisti può arrecare al sito.
Le a
utorità peruviane, che ovviamente ricavano dei notevoli vantaggi economici dal turismo, sostengono che non ci siano problemi e che l'estremo isolamento della valle dell'Urubamba sia, da solo, sufficiente a limitare il flusso turistico. Periodicamente viene proposta la costruzione di una funivia per raggiungere la città dal fondovalle, ma finora la proposta non è passata. La località è oggi universalmente conosciuta sia per le sue imponenti ed originali rovine, sia per l'impressionante vista che si ha sulla sottostante valle dell'Urubamba circa 400 metri più in basso.
Nel 2007 Machu Picchu è stato eletto come una delle Sette meraviglie del mondo moderno.






continua...

Isole BALLESTAS

qui si stà nella natura incontaminata, in mezzo a specie animali che fanno dire: "qui è meglio che all'acquario" (ah, ah, ah (n.d.a.))

La Baia di Paracas, situata a circa cinque Km da Pisco e trasformata in riserva naturale, è il punto di partenza per la visita alle Isole Ballestas dove vivono molti leoni marini e varie varietà di uccelli. Navigando verso le isole si può ammirare il famoso "candelabro", alto più di 150 metri e largo 50, inciso nella parete rocciosa di una scogliera. Non si sa esattamente chi abbia eseguito il disegno né il suo significato ma molte sono le teorie che lo riguardano. Alcuni lo collegano alle più famose Linee di Nazca, altri vi vedono l'immagine stilizzata di
un cactus, simbolo di potere nella cultura chavinica la cui influenza si estese in gran parte del Perù. Altri ancora sostengono si trattasse di un riferimento per gli antichi naviganti mentre alcuni scienziati hanno ipotizzato l'esistenza di un collegamento fra la gigantesca incisione e la costellazione della Croce del Sud.La riserva naturale si estende alle Isole Ballestas, dove leoni marini, pinguini e molte varietà di uccelli si offrono agli obiettivi delle macchine fotografiche dei turisti. (dal sito Viaggi nel Mondo)
continua...

le Linee di NAZCA

...e qui entriamo nella "fantascienza"?

Le Linee di Nazca sono dei geoglifi, linee tracciate sul terreno, del deserto di Nazca, un altopiano arido che si estende per una cinquantina di chilometri tra le città di Nazca e di Palpa, nel Perù meridionale. Le oltre 13.000 linee vanno a formare più di 800 disegni, che includono i profili stilizzati di animali comuni nell'area (la balena, il pappagallo, la lucertola lunga più di 180 metri, il colibrì, il condor e l'enorme ragno lungo circa 45 metri). Essi furono tracciati durante la fioritura della Civiltà Nazca, tra il 300 a.C. ed il 500 d.C.
Le linee sono tracciate rimuovendo le pietre contenenti ossidi di ferro dalla superficie del deserto, lasciando così un contrasto con il pietrisco sottostante, più chiaro. La pianura di Nazca è ventosa, ma le rocce della superficie assorbono abbastanza calore per far alzare l'aria proteggendo il suolo. Così i disegni giganti sono rimasti intatti per migliaia di anni. Ai margini della Pampa, gli archeologi hanno scoperto la città cerimoniale dei Nazca, Cahuachi, da cui si ritiene provenissero gli artefici delle linee.
Le linee sono state avvistate con chiarezza solo dall'avvento dei voli di linea sull'area, casualmente, nel 1927 da Toribio Mija; quindi furono studiate, nel 1393, da Paul Kosok, u
n archeologo americano; ma solamente dal 1946, la tedesca Maria Reiche, diede un importante contributo di studi sul loro significato.
Phyllis Pitluga, una ricercatrice dell'Alder Planetarium, di Chicago scoprì, studiando il rapporto tra le linee e l'astronomia, che il ragno gigante rappresentava la costellazione di Orione, mentre le linee rette circostanti rappresentavano le tre stelle della cintura di Orione. Lo zoologo Tony Morrison studiò le linee con Gerald Hawkins; nel suo libro
del 1978 Pathways to the Gods, riporta una citazione del magistrato spagnolo Luis de Monzon che, nel 1586, parlava delle pietre e delle antiche strade vicino a Nazca:

« I vecchi indiani dicono [...] di possedere la conoscenza dei loro antenati e che, molto anticamente, cioè prima del regno degli Incas, giunse un altro popolo chiamato Viracocha; non erano numerosi, furono seguiti dagli indios che vennero su loro consiglio e adesso gli Indios dicono che essi dovevano essere dei santi. Essi costruirono per loro i sentieri che vediamo oggi. »
Questa potrebbe essere una chiave che permette di spiegare il mistero delle linee di Nazca: il leggendario eroe-maestro Viracocha, noto anche come Quetzalcoatl e Kontichi, il cui ritorno era ancora atteso al momento dello sbarco di Cortés. Gli "antichi in
dios" disegnarono figure poiché pensavano che Viracocha sarebbe tornato, questa volta scendendo dal cielo. I disegni rappresentavano dei segnali.

Sono molte le ipotesi su come i Nazca abbiamo disegnato le linee e sul loro reale significato, spaziando tra quelle più plausibili a quelle più fantasiose. Quella, comunque, più accreditata e realistica induce a pensare che gli antichi peruviani abbiano dapprima realizzato disegni in scala ridotta che sarebbero stati successivamente riportati ingranditi sul terreno con l'aiuto di un opportuno reticolato di corde (in maniera simile a come fece Gutzon Borglum, l'artista che scolpì i volti dei Presidenti statunitensi sul monte Rushmore). Inoltre, non è del tutto esatto il fatto che le linee non si possano osservare da terra: infatti ci sono molte colline e montagne nell'area di
Nazca che avrebbero permesso agli artisti di osservare il proprio lavoro in prospettiva. C'è da tener presente anche che, sicuramente, appena disegnate, le linee dovevano essere ben visibili, di colore giallo brillante, come le impronte recenti di pneumatici che passano nella zona.



continua....

il lago TITICACA

...e per finire un "tuffo" nel lago...

Il Titicaca è un lago (8.330 km²) situato tra Bolivia e Perù. È il lago navigabile più alto del mondo (situato a 3.812 m sopra il livello del mare).
Il lago Titicaca prende il suo nome dall'isola chiamata Intikjarka, parola che deriva da due parole aymara e quechua: Inti ovvero Sole e kjarka ovvero masso rupestre.Un'altr
a ipotesi sostiene che derivi da Titi ovvero gatto o puma e kaka, cioè pietra. Il tutto significherebbe quindi puma di pietra, in quanto dall'alto, il lago avrebbe la forma di un puma che caccia una viscaccia (roditore ella famiglia dei cincillà).
Il Lago Titicaca misura 204 km di lunghezza per 65 di larghezza massima, ed occupa una area di 8.562 km², dei quali 4.772 km² sono in Perù e 3.790
km² in Bolivia.È formato da due bacini d'acqua separati dallo Stretto di Taquina. Il più grande, situato a nord è denominato Lago Mayor o Chucuito, ha una superficie di 6450 km² e possiede la massima profondità del lago (-281 m) vicino all'Isola di Soto. L'altro bacino più piccolo è chiamato Lago Menor o Huiñamarca, è situato a sud e possiede una superficie di 2.112 km², ed una profondità massima di -45 metri.È situato ad una altitudine di 3812 metri sopra il livello del mare, ed è il lago navigabile più alto del mondo. Grazie alla purezza dell'acqua, il lago è particolarmente trasparente (da 15 a 65 metri), e la qualità della luce è eccezionale; le montagne paiono molto vicine, distano invece circa 20 o 30 km dal lago.


le informazioni geografiche sono state raccolte da Wikipedia, l'enciclopedia in Internet.
Grazie a Jessica e Floris che oltre alle foto mi hanno fatto ripassare la geografia e mi hanno fatto viaggiare con la fantasia .
FINE