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lunedì 13 ottobre 2008

Un tuffo nel passato

Prosegue il viaggio nella Valcerusa, e questa volta, per farlo, ho approfittato dell’amicizia e della memoria di ferro di Lino che in un modo frizzante e al tempo stesso spassoso ha ripercorso la valle, da Voltri a Fiorino soffermandosi su cosa c’era e cosa si trovava lungo la strada.
Una considerazione la voglio fare: io a quegli anni neanche sapevo dove stavo, ma leggere i nomi, i soprannomi, leggere del numero estremamente alto di osterie, giochi da bocce, negozi alimentari e fabbriche mi vedo passare davanti centinaia di persone. Per un certo periodo alcune di quelle persone che leggerete qui sotto me le ricordo anch’io (a partire dal 1958 ho sempre vissuto qui) e adesso quando passo da Centurione per andare a casa vedo un paese spento e ogni tanto il ricordo va a quando c’erano i bar, i negozi, la gente per la strada, noi che giocavamo al pallone in mezzo alla strada e ogni tanto ci fermavamo perché avevano aperto il passaggio a livello in fondo al canale e arrivavano tre o quattro macchine una dietro l’altra. A me piace molto ricordare queste cose e sentire raccontare anche di cose che non ho vissuto ma che fanno parte della vita della Valcerusa. Per questo ringrazio Lino Puppo per la collaborazione e spero di avere ancora materiale da proporre su questo blog, convinto che a tanti faccia piacere ripercorrere la storia della nostra valle e a quelli che invece non sono "di qui" raccontare gli eventi, i personaggi e i luoghi sia un modo per passare un po di tempo in nostra compagnia... e chissà... un pò di curiosità per venirci a trovare.


DELLE OSTERIE, DELLE BOTTEGHE E DELLE FABBRICHE DEGLI ANNI '40/'50

La Valcerusa,o meglio, “u canà de Frabbriche” è un susseguirsi di queste tre realtà.
Percorriamola ricordando che le sponde di un torrente o fiume si determinano mettendo le spalle alla sorgente.
Iniziando a Sx troviamo “u casottu”,struttura in legno a sbalzo sul torrente,colà se richiede un toast “u Rubin” se lo dimentica in macchina e immancabilmente si brucia,venti metri più avanti vi è un’oster
ia in via di chiusura,proseguendo sino al passaggio a livello troviamo l’osteria “u Cimbù”,quando il treno non arriva,e succede sempre, ci scappa una bevuta e te la serve Aldovino sempre in maniche di canottiera anche in inverno. Avanti verso un commestibili e l’osteria “u Munferrin” che ha rilevato la licenza da una delle due osterie di Chiale,(luciou) quindi arriviamo dal ponte della portineria dell’Ilva e colà si trova un casotto a sbalzo che funziona da osteria ed è gestito da “Riccu”,belli gli sgambelletti. Questo stabilimento,Ilva, è una pietra miliare nell’economia di Voltri ed oltre,esso è sorto dalle ceneri della metallurgia Tassara & C ;una chicca: Ilva è l’antico nome dell’isola d’Elba da dove si estrae il ferro,materiale fondamentale per il funzionamento dello stabilimento. L’insediamento occupa ambedue i lati collegati da un ponte ferroviario,i prodotti vengono spediti con una linea ferroviaria stradale in simbiosi con quella del tram. Altra chicca:il trenino fa testa/coda in un punto che si chiama “bullu du can”.
Risalendo arriviamo su uno spiazzo dove possiamo vedere i resti del “fiadù”(filatoio) abbiamo un falegname,un ortolano “Campiun” e l’osteria “Gein”,un consiglio: non dite che il vino non è buono e di cambiarvelo,lo porterà in cantina e ve lo riporterà pari pari.
Proseguendo arriviamo in località Prou. Da qua la vecchia pedonale biforca da una parte troviamo le “crose”,dall’altra ai piedi della collina si nota ancora la vecchia stradina che portava sino in fondo a via Chiale (Tasmellin-Santa da gea). Ritorniamo al Prou,qui troviamo lo Jutificio Montega
zza di proprietà di uno spezzino,sul terreno possiamo leggere davanti al cancello di ingresso la scritta JM scritta con pietre di mare di colore differente dalle altre. Questo opificio fabbrica sacchi di juta.
Al km.1 a Sx c’è l’acquedotto Nicolay ed a Dx troviamo la Self. Chi abbia sottomano una cartina topografica noterà che la zona è chiamata Fulle che in passato era un posto militarmente importante. Proseguiamo: i più attenti avranno notato che nel greto del torrente all’altezza della fine delle “crose” verso Fabbriche in certe occasioni si possono notare i basamenti di un vecchio ponte in legno che collegava le due stradine, appena ci siamo spostati dal lato Dx siamo su un campetto da calcio e li si svolgono i tornei dei bar (e quando il pallone va nel torrente ci va chi ce lo ha gettato). Proseguiamo sempre dal lato Dx e passando dietro alla cartiera Pescetto (dicono che arriverà la Mondadori) ci fermiamo nell’osteria (Loeggia.O no?)


Prima di guadare il torrente per visitare la zona dopo la cabina elettrica Cieli troviamo una filatura (ex cartiera) con tanto di ciminiera,e da qui inizia la frazione di Chiale con i primi quattro numeri civici.
Passiamo il greto a fianco ad un tombarello di sabbia trainato da un cavallo stanco
Nota di servizio: dopo che è piovuto tanto e l’acqua è in parte diminuita si possono vedere i passatori che fanno dei piccoli coni di sabbia per determinare il diritto a setacciare il greto;alcune donne inginocchiate lavano i panni nel torrente.
Spostiamoci sul lato Sx e retrocediamo sino in zona “Scarsi”dove c’è l’osteria Bedin ed annesso gioco da bocce e biliardo, ci sono due “caeghè”,Giggiu u ferrà.Delizioso quel teatrino che d’estate si esibisce sullo spiazzo davanti, da notare che un po di spilorci vanno dall’altra parte del torrente per non dare l’obolo.

Avanti, altro caeghà (Tugnin) davanti al quale su della terra di riporto vediamo i trogoli ,i cessi ed il gioco da bocce (i portamale dicono che prima o poi tutto andrà a finire in mare) dall’altro lato della strada un salone dove spesso si balla con l’organizzazione di Michele Sutto.
Tirem innanz! Osteria Maxellee,macello “du Diau”,osteria Stevin de Benardu con forno ,commestibili ed ammeniccoli vari. Nella curva di Centurione troviamo l’osteria “u Strupellu” e televisione per vedere il giovedì lascia o raddoppia,altro commestibili, latteria e macelleria suina (i porci vengono uccisi nel torrente,l’altra volta uno è scappato loro con un coltellaccio piantato nel collo con grida strazianti). Davanti abbiamo la cartiera “du Nuvanta”,la quale ha sostituito una filatura che a sua volta sostituiva una cartiera,qua dentro si fabbrica carta da rifascio con simbolo Sant’Antonio nella filigrana; proseguiamo:attenzione è venuto giù 50 metri di muraglione sulla “muntà”.
Al cippo dei Km.2 stanno costruendo ,fra un fallimento e l’altro, la strada che collegherà con la chiesa di Chiale,possiamo vedere all’opera un trio niente male!Ippo,Bribò e u Ciain (non guardate chi con un sacco di cemento va verso casa:lo fa perché c’e vento) E’ notizia certa che porteranno la cassa della Madonna a spalle sul sentiero che va Santa da gea sino alla chiesa e faranno una missione.
A Chiale troviamo due osterie in fase di smobilitazione:”u luciou” la cui licenza andrà al Munferrin e “u Luvin” la cui licenza sarà ceduta al PCI di Fabbriche per la costituenda sezione al motto:Un campanile,una sezione. Chiale ha una cellula PCI.
A Perogrosso,un gruppo di case che con “u rusca” erano antichi opifici,troviamo l’immancabile osteria/commestibili e una barberia. Dai Girumin solito trio:osteria,alimentari e gioco da bocce.
A Sanlorenzo per andare sul lato Dx dobbiamo passare un ponte con assi di legno malpresi nientamale, rimaniamo a Sx e abbiamo la “darsena”dove due svizzerotti,tali Wax e Vitale hanno impiantato una fabbrica di alimentari (bella la ciminiera).
Tosto si arriva a Luceto con due osterie,due alimentari,un parrucchiere. Notiamo la sede Anpi Fabbriche dove si balla spesso e nel ‘59 nascerà “la lumacata”(dicono che durerà negli anni). Abbiamo la filatura Spotorno che ‘fila’ con alterne fortune;da poco è arrivata da Pra (?) una maestrina esigente:Rosa Sacco.

Arriviamo nella capitale della valle,Fabbriche.
Rivo pila (prende questo nome perché qui si mettevano ad asciugare le pile di carta):
Troviamo un parrucchiere (Tilullu) e commestibili,un ciabattino e le mitiche “Saee”
Davanti abbiamo la merceria,il ferramenta,un’osteria,una macelleria ed un’altra attività multipla:osteria,forno,alimentari e annesso gioco da bocce (a proposito: il cerotto che “Giasintu” ha perso è stato trovato,era nella focaccia).
Avanti.Jutificio Vigo,parrucchiere,osteria del Pci,macello Piin,altro alime
ntare,vicino alla Chiesa abbiamo “u Burichittu”,alimentari i,quindi “u Fadu”alimentari.
Le fabbriche a Fabbriche non hanno soluzione di continuità (e se no perché si è chiamata così!) ,qui siamo al massimo della concentrazione,purtroppo delle dicianove fabbriche a pettine ,in funzione ne rimane una:cotonificio Tomaselli. Qui si fabbricano garze per uso sanitario,mitici i suoi filatoi Sangiorgio.
In questi opifici quando Voltri esportava in tutta l’Europa qui si fabbricava una carta ricercata che aveva in filigrana la stilizzazione del bric di fronte :Castelnegro o Castelnero che dir si voglia.
A Sanbugo,vicino ad uno dei cinque campanili della Valcerusa ,osteria.
Ed infine,Fiorino. Due negozi alimentari,un tabacchino,due osterie,una macelleria e sul lato Dx un’osteria ed un mulino dove si porta il grano a macinare. E cartiera.
Con un po’ di attenzione si noterà un tetto di forma particolare: a forma di barca rovesciata. Costruzioni come questa la troviamo in località Prou,all’Acquasanta e in località Terralba di Arenzano. Le ha fatta costruire un amante del mare che “ha fatto i soldi”
Mi è venuto sete. Vado alla sorgente dell’acqua solforosa!


P.s. Quando inventeranno i siti internet ,e Ray Tomlinson vi avrà messo la chiocciola,il mio lo chiamerò:
Lino.foxtrot @ alice.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bellissimo!!! ora conosco molto di piu' sulla mia valle e ho avuto risposte su nomi che conoscevo ma ignoravo l'origine e il significato grazie

Anonimo ha detto...

si sono d'accordo e spero che di questi racconti, di queste esperienze ne possa leggere ancora. I ricordi devono servire per capire da dove veniamo e chi siamo. Spero di trovare ancora dei post di questo tipo. Andrea